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Ponte in acciaio da record: il viadotto Marchetti
La realizzazione del viadotto rientra nel progetto di adeguamento dell’Autostrada A5 che collega Torino al Traforo del Monte Bianco, passando per Ivrea e la Valle d’Aosta.
La necessità di mettere in sicurezza il raccordo autostradale nasce a seguito dell’alluvione dell’ottobre 2000 che portò all’esondazione di 18 fiumi, sommergendo Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, e ancor prima dell’alluvione del 1993. Eventi che portarono alla distruzione parziale del tratto, cancellandone il tracciato e alterando il corso della Dora Baltea.
Il viadotto
Il viadotto, caratterizzato da un’unica campata di 250 metri, è il più lungo d’Europa. È stato realizzato con una struttura metallica in acciaio ad alta resistenza S460 M verniciato (5.700 tonnellate), ad arco singolo a via inferiore, con luce tra le spalle di 250 m.
La struttura rafforzata dalla presenza di 26 pendini permette di sostenere le due carreggiate, per una larghezza totale di 17,55 m per via.
Le carreggiate poggiano su elementi a sbalzo ad altezza variabile (remi), realizzati con profili saldati a doppio T. con un’altezza variabile tra 3.2 m e 0,75 m nelle parti a sbalzo. L’arco metallico, situato in asse all’impalcato sottostante, è costituito da un cassone trapezio a sezione costante, incastrato all’impalcato in relazione delle spalle tramite due basi triangolari.
Il viadotto è stato costruito seguendo i più innovativi standard architettonici e ambientali con un alto contenuto tecnologico.
È dotato di un sistema di ventilazione naturale, che sfrutta la diversa densità dell’aria per mantenere costanti temperatura e umidità interne, impedendo la corrosione dell’acciaio. L’arco è, inoltre dotato di sensori che trasmettono in tempo reale alla centralina del viadotto informazioni relative non solo alla temperatura ma anche a parametri strutturali di vario tipo. Viene in questo modo garantita la sicurezza e un monitoraggio continuo dello stato di salute della struttura.
In officina
I problemi dettati dalle dimensioni dell’opera hanno imposto un’attenta organizzazione e un perfetto coordinamento delle lavorazioni in officina tra i due costruttori metallici, al fine di armonizzare logistica, lavorazioni e cantiere. L’enorme quantitativo di lamiere è stato così preassemblato in officina partendo dall’acciaieria fino ad arrivare in cantiere. Arrivate in loco si è proceduto all’assemblaggio mediante saldature dei vari conci di trave catena, trave ad arco e remi a sbalzo. Per evitare di alterare il risultato finale producendo impurità, sono stati realizzati dei capannoni temporanei per proteggere, dagli agenti atmosferici, le zone di saldatura.
Il viadotto Marchetti, “un’opera unica nel suo genere, sotto il profilo architettonico e ingegneristico”, è stato realizzato in tempi record e l’acciaio, ben visibile grazie al grande arco, ha rivestito un ruolo rilevante.
Il viadotto progettato per A.T.I.V.A. spa dallo studio Seteco Ingegneria srl, è stato realizzato da Marchetti Scarl.